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Si vede p8 ”Nuovi vicini” sabato 12 aprile 2025

NUOVI VICINI, NUOVE ABITUDINI
Andrea Zucco, Telebelluno

Il nome dice già molto sull’approccio e sul messaggio: la Cooperativa “Nuovi Vicini” di Pordenone si occupa prevalentemente di accoglienza e inserimento sociale e lavorativo dei migranti. Nuovi abitanti dei nostri quartieri, appunto, quelli che potresti incontrare una mattina sul pianerottolo. Persone che hanno un lavoro, delle abitudini e una famiglia.
Nata nel 2013 per volontà della Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone e degli operatori dell’Associazione “Nuovi Vicini onlus”, operante nel settore migranti dal 2003, la cooperativa è impegnata in una serie di attività che vanno dalla tutela legale, all’insegnamento della lingua italiana, ai percorsi di inserimento lavorativo, fino alla gestione di appartamenti per l’accoglienza diffusa. Il modello applicato evita di concentrare decine di richiedenti asilo in grandi strutture, prediligendo una maggiore distribuzione territoriale e piccoli gruppi di coinquilini composti di persone tra loro compatibili per età e cultura. Con il tempo, l’offerta di servizi ha abbracciato ambiti sempre nuovi, e oggi ci sono anche filoni specifici non strettamente legati alla sfera delle migrazioni forzate. Tra questi, le azioni a contrasto della povertà e della fragilità socioeconomica delle famiglie.
Ivana Latrofa è la presidente della realtà pordenonese: “Lavoriamo in progetti di mediazione e di accompagnamento per l’inserimento delle persone nella nostra società, – spiega – partendo però dal presupposto che siamo soltanto dei facilitatori della ricchezza delle differenze delle persone che incontriamo e di cui ci occupiamo”. “Per quanto mi riguarda, nel lavoro con i migranti è sempre molto affascinante, anche solo per un pezzettino della mia e della loro vita, far parte di un percorso”, ammette il socio fondatore Davide Frusteri.
Ogni persona ha una storia a sé: c’è chi è stato sfruttato da datori di lavoro senza scrupoli, chi ha subito violenze e soprusi, chi è fuggito dal proprio paese per ragioni politiche. Gran parte degli utenti viene dalla rotta balcanica: il Friuli Venezia Giulia è l’ingresso orientale dei flussi migratori. Sharif, seduto sul suo letto nell’appartamento che condivide con altri quattro ragazzi, racconta così l’ingresso in Italia: “Io sono arrivato con la macchina grande (il camion, ndr), era molto buio ed eravamo in tanti. Ho avuto molta paura”.
Shahzaib Hussain viene dal Pakistan: “Sono stato sfruttato dai miei connazionali a Napoli – racconta – lavoravo in fabbrica per 2 euro e 40 l’ora per 16 ore al giorno. Poi sono arrivato alla “Nuovi Vicini”, ho imparato l’italiano e ho avuto la possibilità di svolgere un tirocinio in un supermercato. Dato che però parlavo diverse lingue asiatiche, ho iniziato un percorso da mediatore culturale, e da qualche anno lavoro per la cooperativa. In questo modo riesco ad aiutare chi ha gli stessi problemi che avevo io quando sono arrivato”.



12 Aprile 2025